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Channel: Reportage Ristoranti Archivi - ViaggiatoreGourmet alias AltissimoCeto!
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KOSMO Taste The Mountain by Mottolino – Chef Michele Talarico – Livigno (SO)

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Integrato nella rinnovata stazione sciistica del Mottolino, il ristorante Kosmo Taste the Mountain è il primo ristorante di cucina di montagna etica e sostenibile di Livigno. Grazie infatti alla direzione strategica dello chef altoatesino Norbert Niederkofler, già tre Stelle Michelin e Stella verde per la sostenibilità, il locale ha fatto propria la filosofia antispreco “Cook the Mountain”, e si inserisce quindi in un più ampio ed importante progetto di turismo montano e invernale sostenibile in cui l’equilibrio dell’ambiente di montagna viene applicato anche in cucina. La lezione del maestro è stata assorbita radicalmente e trasformata in un modus operandi che assume una dimensione collettiva nella quale brigata di cucina, sala e bar, ma anche produttori e collaboratori, compongono un’unità di intenti e di visione.

Attraverso un rapporto di fiducia e collaborazione con i fornitori, produttori di montagna biologici rispettosi del benessere animale e della natura, gli ingredienti vengono utilizzati in ogni loro parte, con rigore e coerenza, secondo i principi etici “no waste”. Ed il menù viene pensato ed elaborato partendo dalla disponibilità reale e quotidiana di questi prodotti eccellenti, con un approccio innovativo e ribaltato rispetto a quello tradizionale in cui è la cucina che indirizza le scelte di acquisto.

A guidare la cucina il giovane chef Michele Talarico che dopo diverse esperienze internazionali, da Sydney a Londra alla Spagna, ha fatto propria la filosofia etica sostenibile di montagna lavorando a fianco di Norbert Niederkofler al St. Hubertus di San Cassiano.

Ma non è solo sul cibo che si applica il concetto di sostenibilità e zero spreco; anche il cocktail bar lavora in assoluta sinergia con la cucina per ideare bevande originali e prodotti self-made, partendo da ingredienti locali (miele della Valtellina, erbe e fiori) o scarti di cucina (bucce, semi, ecc.) opportunamente trattati e trasformati in gustose risorse. Nella cantina, curata da Giacomo Moioli, uno dei fondatori del movimento Slow Food, trovano spazio etichette che sono espressione dello stesso concept che guida tutto il ristorante; anche qui infatti la montagna è al centro: oltre ai prodotti locali, come il Nebbiolo, la carta dei vini propone tutto ciò che di meglio producono le terre alte, dalle Alpi all’Etna, passando per gli Appennini. Tra i distillati e gli amari sono ben rappresentati i prodotti locali, come il Braulio e le grappe della Valtellina, che sono anche preziosi ingredienti dei cocktail.

Il locale, dallo stile elegante e lineare ma che non abbandona il tradizionale calore del legno, accoglie i suoi ospiti davanti a una lunga vetrata che offre un invidiabile panorama sul paese e sulla vallata circostante. Al piano superiore del ristorante si trova la Tèa del Kosmo, un ambiente più raccolto dove fare un’esperienza di fine dining sempre basata sulla filosofia “Cook the Mountain”. La tea, nella tradizione livignasca, è la baita in legno, una piccola abitazione usata come riparo durante la fase iniziale della transumanza, quando i pastori salgono in quota con le mandrie. In versione Kosmo, diventa un luogo dove fare esperienza dell’essenza più pura della montagna.

Noi abbiamo consumato una cena degustazione al Tèa del Kosmo ed un pranzo più veloce il giorno seguente nel Ristorante (Bistrot) principale.  

In Cucina

Head Chef: Michele Talarico

Sous Chef: Matteo Grasso

In Sala

Restaurant Manager: Siria Fedrigucci

Chef de rang: Nicola Casti

Sommelier: Giada Rosa

Le scale che conducono al ristorante fine-dining al piano superiore.

Ca’ del Bosco Franciacorta Vintage Collection Noir Dosaggio Zero 2013

Il primo vino della nostra cena proviene dalla Franciacorta ed in particolare dalle colline a sud del lago d’Iseo dove, a 466 m di altitudine, si trovano le vigne di Pinot Nero da cui nasce questo blanc de noirs, non dosato per esprimere pienamente le potenzialità del vitigno e le peculiarità del territorio in cui matura. Il Vintage Collection Dosage Zéro Noir nasce da un’accurata selezione delle uve, provenienti da 3 vigne nella tenuta “Belvedere” dall’età̀ media di 22 anni, prima in vigna poi in cantina e da una sapiente vinificazione: la pressatura avviene a bassa pressione, affinché́ la buccia rimanga integra e non ceda colore, ed i mosti fermentano in piccole botti di rovere per 5 mesi, al termine dei quali avviene l’assemblaggio dei tre vini-base, provenienti dai tre vigneti d’origine. Il vino affina 8 anni sui lieviti per poter raggiungere la sua massima espressione qualitativa e sviluppare il caratteristico profilo aromatico. ll dégorgement avviene in assenza di ossigeno, utilizzando un sistema, ideato e brevettato da Ca’ del Bosco, per evitare shock ossidativi e ulteriori aggiunte di solfiti, rendendo il vino più̀ puro e più̀ longevo. Un vino importante, complesso, giustamente nobilitato dalla classificazione “Riserva”, e adatto ad accompagnare tutto il pasto. Nel bicchiere si presenta di colore giallo dorato, con profumi ricchi e complessi, di mandorle e nocciole, panificazione e pasticceria bilanciati da sentori floreali e agrumati.  Al palato è intenso e ricco, con note minerali ed una lunga persistenza.

Tacos di luccio e La lumaca di terra

Come amouse  bouche sono proposti:

  • Tacos di luccio – Un taco croccante realizzato con tre tipologie di farine, di mais, tipo 1 e semola, accoglie il luccio in due preparazioni: marinato e servito in tartare condita con olio, timo e limone, e mantecato. Il tutto abbinato ad una riduzione di aceto di malto e finito con la pelle di luccio croccante.
  • La lumaca di terra – La lumaca viene mantecata con burro al prezzemolo e accompagnata con una crema di aglio nero, realizzato in casa fermentando l’aglio per 2 mesi, e un’aria al prezzemolo.

La spumosissima crema di burro!

Una soffice crema di burro vaccino viene servita per accompagnare l’assortimento di pani:

  • un pane di semola, segale e farina tipo 1,
  • fragranti grissini,
  • due tipologie di cracker, uno con grasso di trota ed uno profumato alle erbe di montagna.

Il gambero di fiume e il porro bruciato

Iniziamo il percorso di degustazione con un gambero di fiume che, coerentemente con la filosofia del ristorante, viene utilizzato nella sua interezza. Il gambero viene infatti dapprima sbollentato e quindi privato del carapace; la polpa delle chele e delle zampe è ridotta in tartare, condita con sale e olio di vinacciolo e servita nella testa mentre quella della coda viene spennellata con la propria bisque e passata in salamandra; il tutto accompagnato da un gelato al porro bruciato su una base di cracker sbriciolati. Il piatto viene finito al tavolo con ulteriore bisque di gambero.  

Finissima di manzo Crauti viola fermentati, zabaione salato, olio e polvere al porro bruciato e
croccante alle erbe.

L’uovo di selva

Il secondo antipasto consiste in una stratificazione di ingredienti, sapori e consistenze. Alla base del piatto troviamo una crema di pane di segale, seguita da spinaci selvatici stufati su cui è adagiato l’uovo, il cui tuorlo viene cotto a bassa temperatura mentre l’albume è utilizzato per preparare una meringa salata. Il tutto è irrorato da una riduzione di vino della Valtellina e accompagnato da una cialda croccante di formaggio Eroe della Latteria di Livigno.

Marcel Zanolari – Alpi Retiche, Bianco da Nero, 2020

Torniamo in Valtellina con il secondo vino della serata, il Bianco da Nero di Marcel Zanolari, una bottiglia che è un’espressione originale del territorio da cui proviene. Il produttore è un’azienda a conduzione famigliare, situata nel comune di Bianzone dove lavora, in regime biodinamico, circa 11 ettari di vigna su cui sono coltivati oltre al Nebbiolo tipico della zona anche altri vitigni più insoliti tra cui Cabernet Sauvignon, Pinot Nero, Merlot, Pinot Bianco, Moscato, Traminer. Ed è proprio da uno di questi, il Pinot Nero, vinificato però in bianco, che nasce questo vino, dal colore ramato, rosa salmone, di particolare finezza, aromatico con sentori di lime e frutti di bosco.

Il moderno camino che riscalda e decora un angolo della sala del ristorante.

La linguina, la trota della Valmalenco, melissa e agone

Passiamo ai primi piatti con delle linguine con trota della Valmalenco, melissa ed agone. La pasta viene cotta in un essenza di melissa che conferisce una nota erbacea ed agrumata, mantecata con un burro di agone e servita con una tartare di trota condita con olio vinacciolo e sale; il piatto è finito con una crema di burro e fondo di agone, polvere di melissa e pepe timut che accentuano i sentori agrumati del piatto.

Le note fruttate ed agrumate di questo vino richiamano quelle delle linguine e sono un ottimo abbinamento anche visivo.

Lo gnocchetto di pane, il mirtillo , la salsiccia di sangue e lo scimudin

Per proseguire un raffinato esempio di piatto “zero waste” (o di recupero come avrebbero detto le nostre nonne). Degli gnocchetti realizzati utilizzando del pane raffermo, mantecati con salsiccia di sangue e burro di capra, e accompagnati da un estratto di mirtillo, olio basilico e polvere di erbe miste che aggiungono una nota acida al piatto, che viene finito in tavola con una salsa allo scimudin, formaggio fresco di capra ovviamente tipico della Valtellina.

La lingua, il topinambur, la nocciola e il ribes

La cena prosegue con i secondi. Ci viene servita una lingua di manzo che, dopo essere stata cotta a bassa temperatura, viene brevemente rosolata in padella, accompagnata da una purea di topinambur, chips della loro buccia e crumble di nocciole; per finire una confettura al ribes che conferisce acidità al piatto ed un latte di nocciola, realizzato mettendo in infusione delle nocciole nel latte e riducendo successivamente il tutto in crema.

Rainoldi – Valtellina Superiore Valgella, 2016

In abbinamento ai secondi piatti assaggiamo un vino che riflette in modo emblematico la filosofia e la visione di fondo del Kosmo: il rispetto, la salvaguardia e la valorizzazione del territorio montano e delle sue risorse.

Questo Valtellina Superiore Valgella nasce infatti nell’ambito del progetto “Adotta un vigneto in Valtellina” promosso a partire dal 2007 dalla cantina Rainoldi per salvaguardare alcuni territori, ed i relativi cru, che rischiavano di scomparire a causa delle difficoltà oggettive da parte dei proprietari di vigne ad operare in modo remunerativo. A tal fine, sotto il coordinamento della cantina Rainoldi che si è impegnata nella parte produttiva, alcune strutture ricettive della zona, tra cui il Mottolino, hanno simbolicamente “adottato” dei vigneti a rischio di estinzione, prendendo l’impegno di preservarne e valorizzarne la coltivazione e di promuovere il progetto attraverso la vendita del vino che ne deriva.

Come leggiamo in etichetta, il Valtellina che abbiamo il piacere di gustare è stato prodotto a partire dalle uve della viticoltrice Emanuela Piali; un vino “buono” da diversi punti di vista.

Il pesce Siluro, la verza e il caffè

Il filetto di pesce viene avvolto in una foglia di verza, cotto al vapore, e servito con la sua pelle croccante; al tavolo il piatto è completato con una salsa realizzata con il fondo del pesce montato con del burro, messo in infusione con orzo tostato e successivamente affumicato, olio all’aneto e soja al caffè fatta in casa a partire proprio dagli scarti del caffè.

 

La taneda e la mela nera

Come pre-dessert un piccolo dolce che racchiude diversi prodotti tipici della Valtellina presentati in una forma inconsueta ed originale. La taneda, il cui nome scientifico è Achillea Moschata, è un’erba spontanea che cresce sulle rocce delle Alpi Retiche ed è da sempre utilizzata dalle popolazioni locali per le sue proprietà digestive, soprattutto sotto forma di tisana o di liquore. In questo caso viene messa in infusione con il latte da cui si prepara successivamente un gelato che viene modellato in forma di sfera, all’intero della quale è inserita una purea di mela nera, anche questa realizzata “in casa” facendo fermentare la mela verde per 2 mesi a temperatura controllata.  Prima di essere servita la sfera di gelato viene glassata con burro di cacao.

Mamete Prevostini – Vertemate Vino Passito

Ad accompagnare il dolce un altro vino Valtellinese, ed in particolare della Valchiavenna dove si trovano le vigne di Traminer aromatico e Riesling che, raccolte nel mese di Settembre e fatte appassire naturalmente nel fruttaio fino a Febbraio, danno origine a questo vino dolce dai sentori di albicocca e frutti canditi, con un finale minerale e fresco.   

La lenticchia, il kumquat e la mandorla

Vari elementi anche in questo fresco dessert che conclude il nostro percorso di degustazione. Una frolla realizzata con lenticchie essiccate in forno e polverizzate in farina è la base di un gelato di mandorle pralinate e una bavarese alle mandorle, accompagnati da una confettura di mandarino cinese e un crumble di nocciole.

Caffe Pascucci Bio e piccola pasticceria.

In accompagnamento al caffè vengono serviti:

  • un bigné alla crema pasticcera profumata al timo serpillo, una varietà di timo selvatico diffuso nelle aree montane,
  • una caramella ottenuta dagli scarti della nocciola,
  • una gelèe di mela, anch’essa realizzata dalle parti tipicamente scartate del frutto (bucce, semi, …).

Il nostro tavolo per il pranzo del giorno successivo con Marco Rocca CEO Mottolino S.p.A. 

Il cestino del pane e dei cracker

Tagliolino alla carbonara del Kosmo

Assaggiamo la gustosa interpretazione dello chef di uno dei piatti più iconici e conosciuti in tutto il mondo della cucina italiana, la pasta alla carbonara. In questo caso vengono utilizzati dei tagliolini all’uovo, conditi con una cremosa e ricca salsa alla carbonara e guarniti con pepe nero di montagna e guanciale croccante. Decisamente succulento!

Assaggio di Polenta Taragna e Purè di patate. VG Check 😉

Concludiamo con un grande classico rivisitato…  Tarte-Tatin versione Dessert golosissima.

Cucina

Un concept innovativo, che rappresenta il perno attorno al quale viene gestita da un lato tutta la filiera di approvvigionamento e dall’altro la definizione del menù e l’organizzazione della cucina. L’impronta sostenibile è infatti presente in ogni aspetto: vengono scelti produttori di montagna etici, bio, rispettosi del benessere animale e della natura, e con loro si coltiva un rapporto di fiducia e collaborazione.  Allo stesso tempo i piatti pensati dallo Chef per valorizzare in maniera innovativa e originale i prodotti della montagna durante la stagione possono mutare in funzione delle condizioni e della disponibilità degli ingredienti stessi. La creatività viene usata come strumento per migliorare il rapporto con la terra e mettersi a disposizione della natura. Gli sprechi non sono ammessi; come assicura lo chef, in cucina non esiste un “secchio dell’umido”. Gli ingredienti vengono utilizzati in ogni loro parte: con le bucce o con la pelle del pesce si fanno chips per guarnire i piatti, con la coda e le lische della trota si creano brodi ristretti che accompagnano il piatto, torsoli e semi duri si polverizzano per insaporire salse e cocktail.

Servizio e accoglienza

Anche la tavola e il cliente hanno un ruolo centrale nella filosofia “Cook the Mountain”. I piatti, le preparazioni, i cocktail non sono semplicemente serviti, ma raccontati ai destinatari finali, che sono quindi coinvolti in un processo di scoperta e apprendimento. Rendere i clienti partecipi nella preparazione dei piatti, che vengono nella maggiore parte dei casi completati e finiti direttamente in tavola, rappresenta un modo per aumentare la consapevolezza sul cibo, la terra e i suoi doni e sull’importanza di mangiare bene ed in modo rispettoso per l’ambiente e la natura.

Conclusioni

Un ristorante di montagna in una località di montagna, diverso però da quello che forse ci si aspetta. Qui la valorizzazione dei prodotti locali e del territorio non passa attraverso la preparazione o rivisitazione, magari in chiave gourmet o moderna, di piatti tipicamente associati alla Valtellina o alla montagna in generale, come i pizzoccheri o la polenta con lo stufato di cervo, ma parte da quello che la natura e i produttori possono offrire, che viene utilizzato in maniera etica e rispettosa avvalendosi da un lato della creatività della giovane brigata di cucina dall’altro degli strumenti che la moderna tecnologia mette a disposizione degli chef.

Informazioni – Kosmo Taste the Mountain

Via Bondi, 473/A – 23041 Livigno (SO)

Tel. (+39)  346 1152048

E-mail. direzione.kosmo@mottolino.it

Sito Web. https://www.kosmotastethemountain.com

Orari. Mar – Gio: 12.00 – 15.00; 19.00- 22.00 /  Ven – Dom: 12.00 -22.00

Giorno di chiusura: lunedì

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